La Cassazione ha confermato il rifiuto rispetto alla richiesta di un permesso premio per far uscire Sabrina Misseri dal carcere di Taranto.
Dodici anni fa, il delitto di Avetrana entrava di diritto nella cronaca nera italiana come una delle storie più agghiaccianti, complesse e turbolente mai avvenute in Italia. La quindicenne Sarah Scazzi era morta, ma non si sapeva chi fosse stato l’esecutore materiale del delitto. Le motivazioni erano misteriose, e non si riusciva a capire perché qualcuno volesse far del male ad un’innocente quindicenne di un piccolo paesino nel Pugliese. Dopo poco tempo, però, emersero le figure di Sabrina Misseri e Cosima Serrano, rispettivamente cugina e zia di Sarah.
Le condanne
Sette anni dopo, in seguito a depistaggi e false testimonianze – ricordiamo la figura dello zio di Sarah, nonché padre di Sabrina, Michele Misseri, divenuto famoso per aver falsamente confessato di essere stato lui ad uccidere Sarah per proteggere la figlia – Sabrina Misseri e la madre Cosima Serrano sono state condannate all’ergastolo per concorso in omicidio volontario con l’aggravante della premeditazione. Per lo zio di Sarah, Michele, 8 anni di reclusione per soppressione di cadavere nonché per inquinamento delle prove – in quanto fu lui a nascondere il cellulare di Sarah. Inoltre, il processo ha stabilito la condanna a 4 anni di reclusione per il fratello di Michele, Carmine Misseri, per concorso in occultamento di cadavere.
Una storia incredibile, piena di colpi di scena, degna di un film americano. Eppure, purtroppo, non è un’opera di fantasia: Sarah è morta davvero, e la sua famiglia ha fatto di tutto per evitare che si venisse a sapere chi e come l’avesse uccisa. Un dramma che ha portato l’opinione pubblica all’indignazione nei confronti delle esecutrici materiali del delitto, Sabrina Misseri e la madre Cosima Serrano.
I motivi del no al permesso premio
Ebbene, Sabrina Misseri ha provato ad ottenere un permesso premio per poter uscire dal carcere di Taranto. La Cassazione, di tutta risposta, ha rifiutato questa richiesta. Il fatto che Sabrina non abbia mai ammesso il delitto in prima persona ha portato gli ermellini a vedere in lei l’assenza di una “rivisitazione critica” del suo “pregresso comportamento deviante”. Da ciò, Sabrina Misseri è ancora considerata una persona socialmente pericolosa.